Esercizi di Pubblico prende forma nei primi anni Duemila, dal bisogno di dare un nome e una direzione a pratiche che stavamo già sperimentando.
Negli anni Novanta, la nostra prima “cassetta degli attrezzi” era quella della psicologia di comunità. Insieme ad architetti e urbanisti, guardavamo a quartieri, città e territori come esiti di politiche integrate – economiche e sociali – e accompagnavamo le amministrazioni nella progettazione di interventi di riqualificazione, valorizzando anche le conoscenze degli abitanti.
Nel primo decennio del Duemila abbiamo iniziato ad addentrarci nei processi di programmazione regionale e nazionale. Ci siamo confrontate con realtà organizzative e interorganizzative spesso frammentate, in difficoltà nel raggiungere gli obiettivi dichiarati e nel connettersi con i territori.
Con gli strumenti della psicologia dei gruppi e dell’analisi istituzionale, abbiamo proposto letture più articolate dei comportamenti degli attori coinvolti e introdotto modalità di intervento capaci di rafforzare consapevolezza e capacità di azione.
Sono state la crisi economica del 2008, l’emergenza climatica e la pandemia a rendere ancora più urgente una riflessione sulle pratiche pubbliche.
Il ruolo degli esperti, le difficoltà delle amministrazioni e le trasformazioni tecnologiche hanno reso evidente la necessità di ripensare l’azione pubblica e i suoi strumenti analitici e di supporto.
Insieme a committenti e colleghi di discipline diverse, abbiamo affrontato passo dopo passo queste trasformazioni, sperimentato équipe integrate e multidisciplinari, esplorato nuovi strumenti digitali per le politiche – come piattaforme di storytelling digitale, newsletter, portali informativi – e ibridato i nostri saperi professionali con quelli della comunicazione visiva.
È in questo cammino che nasce Esercizi di Pubblico: come metodo e come spazio di ricerca e azione, anch’esso collettivo.
Quattro criticità principali:
Le politiche sono spesso trattate come “oggetti”, anziché soggetti collettivi, che assumono forme diverse a seconda del contesto storico, culturale e geografico.
Vi è sempre uno scarto tra progettazione e attuazione. È difficile passare dalla “carta” alle possibilità di azione reale, ed è faticoso mettersi d’accordo in tanti.
Vi è una scarsa attenzione alla dimensione relazionale e affettiva delle politiche, con pochi spazi dedicati alla cura dei legami tra soggetti, organizzazioni e istituzioni.
Si osserva una frequente disattenzione verso i pubblici a cui ci si rivolge – destinatari e audience – che rende complicato rispondere efficacemente a bisogni e aspettative.
Le criticità precedenti si sommano a profonde e veloci trasformazioni tecnologiche che ridefiniscono destinatari, forme di partecipazione e modalità di visibilità dei problemi sociali.
Dalla diffusione dei social media all’avvento dell’intelligenza artificiale, i modi di informarsi, esprimersi e relazionarsi stanno cambiando radicalmente.
Chi si occupa di politiche pubbliche non può ignorare questi mutamenti. Settori come il giornalismo, la comunicazione politica e il marketing si sono adattati rapidamente, mentre molte organizzazioni pubbliche e private continuano a muoversi con logiche manageriali e organizzative ormai superate.
Internet
L’inizio della trasformazione
Social media
L’avvento degli algoritmi
Intelligenza artificiale
La nuova frontiera
Dopo la crisi del 2008, si sono succedute altre crisi, persino più gravi: climatica, pandemica, energetica, e soprattutto il ritorno della guerra in Europa.
Esercizi di Pubblico è oggi un metodo per accompagnare processi di trasformazione. Una pratica riflessiva per chi lavora nelle politiche e desidera coltivare consapevolezza, attivare risorse e prendersi cura, non da solo, dell’interesse pubblico.
Simona Boselli, psicologa di comunità con oltre trent’anni di esperienza nella valutazione delle politiche pubbliche, ha lavorato a livello locale, regionale e nazionale come consulente, formatrice e facilitatrice.
Integra psicologia clinica, pianificazione territoriale e analisi delle politiche per progettare strumenti che supportano processi complessi di cambiamento.
Si occupa di storytelling, strumenti digitali e tecnologie emergenti, inclusa l’intelligenza artificiale, per migliorare la comunicazione delle politiche, rendere visibili le pratiche e analizzare bisogni, pubblici e reti territoriali.
Ha consolidata esperienza in capacity building e attivazione di stakeholder in contesti interistituzionali.
Psicologa, Psicoterapeuta con formazione gruppoanalitica e in analisi
istituzionale.
Esperta in capacity e institutional building e networking. Si occupa da oltre venti anni di facilitazione e accompagnamento di reti
istituzionali, comunità locali mettendo in dialogo la conoscenza e gli strumenti della psicologia clinica gruppale/istituzionale e di comunità con le politiche pubbliche.
Affianca Enti pubblici e privati per lo sviluppo di servizi sociosanitari integrati e per l’implementazione di programmi e politiche pubbliche su scala locale, regionale e nazionale.